Tutte in Rete a Casa Emmaus
Casa di accoglienza per detenuti in custodia cautelare, o in semilibertà o con misure alternative.
Leggi le belle riflessioni di chi ha partecipato alle partite di pallavolo ed agli incontri…
Anna Uberti
C condivisione: libertà di esprimersi e far conoscere il proprio pensiero e le proprie esperienze
A ascolto: non solo si impara ad ascoltare gli altri, ma anche se stessi, la propria anima
S scelta: non è sentito come un obbligo e un peso
A aiuto: lo si presta e lo si riceve, è un cammino che si percorre insieme
E esperienza: nata dal gioco, per qualcuno è diventata anche riflessione, una nuova esperienza da cui trarre qualche insegnamento
M musica: ci sono anche momenti in cui la musica prende il suo spazio, si sa che è compagna di vita, Casa Emmaus è vita, quindi perché dovrebbe mancare la musica?
M mondo: perche riunisce tante piccole-grandi e diverse realtà
A accoglienza: è sempre aperta a tutti (aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più)
U umanità: ce n’è tanta e la si legge anche dalle piccole cose, dai piccoli gesti, parole o sguardi
S sorpresa: lo è stata per tutti, non si può immaginare e “giudicare” prima di averla vissuta
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Lucy Ricchiuti
Dopo le parole di Anna che dire di più???è un’eperienza che arrichisce l’anima, insegna ad ascoltare e a condividere le diverse esperienze di vita.Tanti potrebbero pensare ad incontri noiosi, pesanti e puramente “cattolici” ma vi garantisco che non è così, a Casa emmaus ognuno di noi è libero di esprimere la propria opinione con serenità. Invito gli scettici a partecipare…ne vale davvero la pena
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Francesca Chicca Forelli
x me è un’esperienza stupenda! all’inizio ero titubante perchè avevo paura, paura di confrontarmi, di aprirmi, di scoprire un mondo sconosciuto, delle realtà che non ci toccano direttamente e delle quali non sapevo quasi nulla..invece già la prima volta tutta la paura è scoparsa, e ha lasciato il posto alla sorpresa di trovare e conoscere persone che hanno sì commesso degli errori ma che sono state sempre pronte a confrontarsi, a crescere e a capire i loro errori e grazie a qsto io ho potuto capire i miei, capire meglio me stessa. Aspetto sempre volentieri i nostri lunedì sera non solo x le serate di gioco ma soprattutto x quelle di dialogo, che toccano il tema dei 10 comandamenti,ma non visti come abbiamo fatto tutti a catechismo, bensì affrontati rispetto alla nostra esperienza,alla nostra vita, ai nostri limiti. Ognuno è libero di esprimersi serenamente sapendo che, INSIEME agli altri, si può snocciolare un argomento a noi ostico capendo molti aspetti che ci erano nascosti..
A Casa Emmaus ho trovato comprensione e aiuto, condivisione e vicinanza su temi che magari mi sono sempre sembrati noiosi e che invece ho riscoperto sotto un’altra luce. Sono momenti unici in cui ci si sofferma su tematiche che, nella vita normale di tutti i giorni, si perdono nella frenesia dei nostri impegni e sulle quali è difficile che ci si soffermi.
Il mio discorso vuole essere un grazie x la possibilità che mi è stata data di aiutarmi e spero aiutare gli altri a crescere.
Spero che altri ragazzi decidano di condividere con noi questi momenti perchè potranno capire cosa si prova davvero!
grazie e venite numerosi!!!
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Bea Biolchi
Sembra banale dirlo ma a casa emmaus si capisce cosa vuol dire “non giudicare”…già il fatto di metter piede a casa emmaus vuol dire non aver giudicato chi ci vive, altrimenti non si entrerebbe mai. Ti trovi dinnanzi a persone che sicuramente in un modo o nell’altro hanno commesso errori, hanno peggiorato la società in cui viviamo e fatto del male ai loro cari mettendosi in brutte situazioni. Tuttavia questo non fa parte di casa emmaus, se entri lì (come volontario s’intende) non pensi a che brutte persone puoi avere davanti, pensi invece a come poterle aiutare.
Quello che mi sconvolge del nostro sistema giudiziario, e per nostro intendo quello di Brescia ma credo sia molto simile in tutta Italia, è il completo abbandono dei carcerati. Forse non tutti sanno che in carcere non ci sono particolari percorsi di “riabilitazione” o progetti di recupero…in carcere ci si sta per punizione, punto e fine. Una volta finita la pena poi sono affari tuoi, devi essere tu, ex-delinquente, a rifarti una vita in una società che sinceramente non è mai troppo disponibile nei confronti di chi ha commesso errori in passato. Il carcere, come anche casa emmaus, non è una comunità, però non dev’essere nemmeno la morte sociale di una persona, ecco perché fare volontariato in questi posti dà quel qualcosa in più. Ogni volta che incrocio lo sguardo con i ragazzi e le ragazze di casa emmaus penso alla solitudine che proveranno una volta fuori, penso alle difficoltà che incontreranno quando presenteranno il loro curriculum vitae, penso a quanto sarà realmente lunga la loro punizione…ecco perché quando entro a casa emmaus cerco sempre di portare il sorriso e la felicità di quella parte di realtà esterna che è disposta a perdonare e ad accogliere, per far sentire a quei ragazzi che nonostante gli errori passati si può ripartire.
grazie ragazze